Notizie storiche
Un materiale antichissimo che risale all’epoca romana: pregiato, affascinante e unico
Il nostro marmo è ben noto fin dall’antichità. Epigrafi, are e lapidi, rinvenute in scavi archeologici, ne testimoniano l’estrazione e l’utilizzo almeno dal I sec. d.C.
In Zandobbio sono i grandi conci delle murature di chiese romaniche, come la parrocchia San Giorgio in Campis a Zandobbio, e soprattutto alcuni monumenti simbolo di Bergamo: Porta San Giacomo; la Biblioteca Angelo Mai; la celeberrima Fontana Contarini, fulcro di piazza Vecchia e, in un certo senso, dell'intera città.
L’utilizzo in dettagli architettonici e in opere monumentali, prosegue fino ai primi decenni del ‘900. In seguito, lo sfruttamento del materiale si dirige verso un’altra redditizia attività: la dolomia viene impiegata come granulato per l’industria vetraria e inerte per la produzione di calcestruzzo.
L’estrazione di blocchi da taglio torna ad essere realtà produttiva con la riapertura nel 2004 della storica cava Vescovi, in prossimità del centro di Zandobbio. Arredi urbani (panchine, fontane e colonne), lastre per i rivestimenti interni ed esterni (bagni, gradinate, pavimentazioni...) e per il restauro di chiese ed edifici storici, si vestono nuovamente del prezioso materiale ornamentale. Nel febbraio 2008, nella centralissima via XX Settembre in Città Bassa, si inaugurano le due Colonne di Prato in Zandobbio Rosa dove sorgevano le antiche colonne che delimitavano l’area della Fiera di Sant’Alessandro, rimosse nel 1882. Sono il simbolo di una tradizione lapidea irrinunciabile.